Cosa ci dice la LETTERATURA SCIENTIFICA?
Il mal di testa è un sintomo, non una patologia. Il meccanismo patofisiologico che ne sta alla base è l’attivazione del sistema trigemino vascolare che è costituito dal nervo trigemino il quale innerva le meningi, i vasi sanguigni meningei ed intracranici ed i seni venosi.
La stimolazione del nervo trigemino provoca vasodilatazione e rilascio di mediatori dell’infiammazione con conseguente attivazione di nocicettori.
Diversi trigger, cioè inneschi, possono sensibilizzare il nucleo trigemino cervicale:
– stress
– tutte le strutture innervate dai primi 3 nervi cervicali
(Articolazioni Occ-C1, C1/2 (C2/3), muscoli suboccipitali (retto capitis posterior major and minor, obliquus capitis inferior e superiore), muscoli scaleni, SCOM, trapezio (innervati da nervi di C1 e C2), nervi spinali C1, C2 (nervi grande occipitale e piccolo occipitale)
–cibi
I cefalgici rispetto agli asintomatici si differenziano per rigidità cervicale, minor forza dei flessori ed estensori cervicali, diminuzione del ppt (pressure pain treshold) cioè la minima forza che applicata al tessuto genera dolore.
(Differentiating migraine, cervicogenic headache and asymptomatic individuals based on physical examination findings: a systematic review and meta-analysis E. Anarte-Lazo et al 2021)
Gli elementi sopra descritti possono e devono essere affronti in prima battuta da trattamenti fisioterapici; è necessario considerare che il dolore al collo è comune a tutti i tipi di mal di testa e non solo le cefalee classificate come di origine cervicale possono beneficiare di trattamenti riabilitativi.
La letteratura ci dice che trattamenti multimodali e individualizzati costituiti da terapia manuale, esercizi arobico, rinforzo muscolare, terapia cognitivo comportamentale, modificazione dello stile di vita, miglioramento della qualità del sonno sono i più efficaci per ridurre l’intensità del dolore, la frequenza degli attacchi di cefalea e ridurre l’abuso di farmaci.
La fisioterapia può modulare il dolore, migliorare il movimento, combattere la sensibilizzazione centrale e fare in modo che il movimento, alzando la resistenza del tessuto, non rappresenti più un innesco per il mal di testa.
Ma perché questi interventi funzionano?
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Liberazione endorfine: quando si effettua esercizio fisico, ci si diverte, si ascolta musica, si ride vengono liberati questi antidolorifici endogeni di natura oppiode prodotti e immagazzinati dalla ghiandola pituitaria
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aumento della disponibilità cerebrale di serotonina (prodotta da neuroni serotoninergici nel SNC e dalle cellule enterocromaffini nell’apparato gastro intestinale), neurotrasmettitore e ormone del buon umore, riduce l’ansia e allevia il mal di testa. E’ un vaso costrittore e possiamo aumentarne la produzione facendo esercizio, esponendoci al sole o assumendo triptofano (amminoacido contenuto nel cioccolato, frutta secca, latticini, legumi, cereali integrali, carni bianche di pollo o tacchino e pesce).
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Inibizione discendente: attiva dei meccanismi di regolazione neurologici per inibire il dolore
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Permettono di tornare a sperimentare e godere del movimento, si crea un’associazione positiva tra l’esercizio e il miglioramento della sintomatologia.
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Socializzare, condividere e comprendere meglio la patologia permette di affrontarla diversamente, maggiormente consapevoli e riconcettualizzare il problema.
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Sonno favorisce la regolazione delle corrette concentrazioni ormonali per il corretto svolgimento delle funzioni metaboliche, immunitarie e cognitive.
La classificazione puo’ essere una guida, ma non possiamo predire chi risponderà al trattamento basandoci su classificazione clinica; è necessario considerare aspetti individuali e risposta individuali:
Cefalea cervicale risponde al trattamento cervicale (Khalili et al 2021)
Emicrania e cefalea di tipo tensivo sembra rispondino meglio all’esercizio cardiovascolare, trattamento cognitivo comportamentale e manuale (beneficio temporaneo)